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martedì 22 novembre 2016

"AMMANNATO, AMMANNATO CHE BEL MARMO T'HAI SCIUPATO!"


La fontana del Nettuno detta anche "del Biancone" o "la carrozza affogata" o "di Piazza" fu voluta da Cosimo I de'Medici che bandì un concorso tra artisti fiorentini nel 1559. A tale evento parteciparono grandi nomi tra cui Benvenuto Cellini, Baccio Bandinelli, Vincenzo Danti, Bartolomeo Ammannati ed il Giambologna. Cosimo in persona visionò attentamente tutti i modelli della futura opera che doveva esaltare la forza e la gloria marinara assunta all'epoca dal Ducato di Toscana. La scelta finale cadde sul progetto dell'Ammannati. La vasca dalla forma ottagonale venne costruita tra il 1560 ed il 1565. Al centro troviamo la divinità pagana, il Nettuno, con ai suoi piedi tre tritoni che suonano tibie zampillanti. Nettuno si erige su di un carro trainato da cavalli scalpitanti, due di marmo bianco e due di mischio. Le ruote del carro emergono dalle acque adornate da segni zodiacali che simboleggiano, nell'immaginario moto girevole, lo scorrere del tempo.
Vasari definì la fontana e principalmente il Nettuno: "...meraviglioso e stupendo gigante di marmo e finissimo marmo". Il popolo non apprezzò altrettanto e dileggiava la statua e il suo creatore con frasi di derisione tra cui spiccava l'esclamazione: "...Ammannato, Ammannato, che bel pezzo di marmo t'hai sciupato!"
Anche se per molti risultava molto tozzo, il possente e virile Nettuno, con le sue parti intime scoperte, si racconta che in un lontano passato, venisse preso ad esempio dai genitori delle giovani fanciulle per far vedere come potesse essere il corpo di un uomo.

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